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  • Immagine del redattoreAle Torrini

"Fiume Volga"

Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l’uomo né le acque del fiume sono gli stessi... (Eraclito)

Il fiume Volga...


Il giro nell'Anello d'Oro è anche un viaggio alla scoperta di paesaggi naturali. Quello che più sorprende ed affascina il visitatore di questa storica regione è senza dubbio il Volga, il fiume più lungo d’Europa. Nel nostro viaggio lo incontriamo a nord-est, a Kostroma, quando l’omonimo affluente vi si getta, e a Jaroslavl: entrambe le città ri rispecchiano nelle sue calme acque producendo un effetto scenografico da cartolina! ALCUNI DATI SUL FIUME VOLGA

Il fiume Volga è lungo 3690 chilometri, nasce nell’Altipiano del Valdaj (zona occidentale della Regione di Tver) e sfocia nel Mar Caspio, formando un grande delta di circa 11 mila km2 con quasi 500 bracci. La portata media annuale del Volga è di circa 8 mila m3 al secondo nella zona di Volgograd (contro i 500 del fiume Senna), con un notevole differenza fra le diverse stagioni: la portata maggiore si ha nei mesi primaverili, mentre quella minore si ha nei mesi invernali. Questo fenomeno è facilmente riconducibile allo scioglimento dei ghiacci dopo la stagione invernale ed alla formazione degli stessi nei mesi più freddi. L’estensione del fiume Volga è talmente importante che il suo bacino idrografico ricopre circa un quarto della superficie della Russia Europea. Stiamo parlando di un milione e trecento mila km2 di territorio! Moltissimi sono gli affluenti che concorrono a rendere il fiume Volga il più lungo d’Europa. Tra questi ricordiamo: il fiume Oka, il fiume Tverca, il Kotorosl’, il Kostroma, il fiume Samara… Ma ancora più interessante è il percorso del fiume Volga, che tocca moltissime delle città più importanti della Russia europea. Non dimentichiamo dunque le città di Tver, Rybinsk, le città dell’Anello d’Oro Jaroslavl e Kostroma, e la grande Nizhnij Novgorod nella parte iniziale del suo corso. Kazan, Ceboksary, Samara e Saratov nel medio corso; e infine Volgograd (ex Stalingrado che prende nome da questo fiume) e Astrakan nel basso corso. Proprio il fiume Volga concorre anno dopo anno all’importanza e allo sviluppo di molte di queste città dal punto di vista economico. Nel suo bacino idrografico infatti si concentrano le maggiori industrie della Federazione ed è anche la zona più popolata e “attiva” di tutta la Russia. La grande portata e larghezza del fiume Volga ha sempre permesso la navigazione e il trasporto delle merci ed anche storicamente è sempre stato una delle vie di comunicazione più importanti. Circa la metà del traffico fluviale russo passa sulle sue acque, da metà marzo a metà dicembre. Le navi cariche di merci trasportano legno, petrolio, materiale da costruzione, pane, sale, frutta e tanto altro. Le attività industriali ed economiche legate al fiume Volga da ricordare sono la zona di estrazione del petrolio nella repubblica del Tatarstan, le numerosissime centrali idroelettriche, la produzione di caviale nella zona del delta ad Astrachan, e la pesca: il fiume Volga contribuisce ad un quinto della produzione nazionale di pesca, e conta circa 70 tipi di pesce, 40 dei quali si pescano (luccio, storione, carpa, siluro, sterletto…). L’ecosistema del fiume subì tuttavia delle ripercussioni in seguito alla forzata industrializzazione imposta da Stalin a partire dagli anni trenta, in quanto in seguito alla costruzione delle centrali idroelettriche si formarono numerosi laghi artificiali (tra i quali ricordiamo il bacino di Rybinsk, di Nizhnij Novgorod, di Samara e di Volgograd), che causarono anche forti decelerazioni della corrente fluviale. Importanti sono anche i canali artificiali, che sono stati possibili grazie al territorio pressoché interamente pianeggiante su cui scorre il fiume Volga, e che consentono di allargare il bacino idrografico raggiungendo quasi tutte le zone della Russia europea. Tra questi, i più importanti sono senz’altro il canale storico di Mosca, altra grandiosa opera voluta da Stalin, il canale Volga-Don, e il canale Marinsk. IL VOLGA NELLA STORIA DELLA RUSSIA Il fiume Volga è testimone del passato glorioso della Russia, dei suoi popoli e delle sue conquiste. L’antico nome è Atil, Idili, o Itil. Legata al fiume Volga è anche l’Orda d’oro, l’organizzazione politica mongola che, proprio attraverso la navigazione di questo fiume e dei suoi affluenti, riuscì a raggiungere aree di conquista più determinanti, quali la zona di Jaroslavl. La completa russificazione del fiume avvenne poi in seguito con la conquista dei Khanati di Kazan e Astrakan. Questo per secoli portò alla fioritura di numerosi monasteri, chiese, campanili, lungo le sponde del fiume e alla fioritura di una cultura popolare legata al Volga. Il fiume Volga viene infatti considerato non solo la madre di tutti i fiumi, ma anche la madre di tutta la Russia, che simbolicamente abbraccia il popolo russo attraverso i numerosi bracci del suo delta. Il fiume è decantato dai poeti e dai cantautori popolari; molte canzoni sono legate a questo fiume, tra i quali la ‘canzone dei barcaioli del Volga’, o il ‘Canto della schiera di Igor’. Numerosi sono anche gli epiteti vezzeggiativi che il popolo attribuisce al fiume Volga: madre Volga, volga mammina, buona, tranquilla… Dio abita nel Volga! Affermava lo scrittore russo Turgenev. Questo aspetto venne usato ai fini propagandistici da Stalin, tanto da costruire una enorme statua nel punto di incontro tra il fiume Volga e il bacino di Rybinsk, chiamandola proprio “Madre Volga”. Come già accennato, l’opera di Stalin è assai legata al fiume. Intervenne infatti con la costruzione di dighe, bacini artificiali e centrali idroelettriche al fine di regolari i flussi d’acqua da una parte, e di permettere lo sviluppo, alla fornitura di energia e l’irrigazione dall’altra. Questa industrializzazione forzata portò però alla distruzione di alcuni centri abitati storici, che rimasero sommersi, e allo spostamento di tantissime persone che abitavano nelle zone interessate. Il fiume Volga fu anche protagonista della Seconda Guerra Mondiale. Le forze armate tedesche puntavano alla conquista del basso corso del fiume per poter sfruttare non solo la sua fitta rete navigabile, ma anche per raggiungere facilmente il mar Caspio e sfruttare i giacimenti di petrolio dell’Azerbaigian. Famosissima è la battaglia sanguinosa di Stalingrado, che oggi si chiama per l’appunto Volgograd, città sul Volga.



È il corso d’acqua più lungo d’Europa e collega 15 regioni della Russia, garantendo loro approvvigionamento idrico, elettricità e rotte commerciali. Ecco perché è soprannominato “il fiume dei fiumi”.

Il fiume più lungo d'Europa Il Volga nasce nella regione di Tver (circa 400 km a nord di Mosca) e sfocia ad Astrakhan (nella Russia meridionale), attraversando 15 regioni del Paese: non a caso è il fiume più lungo d'Europa e uno dei più grandi del mondo. La sua lunghezza è di ben 3.530 km e il bacino, insieme a 200 affluenti, occupa un terzo del territorio europeo della Russia. Il punto più largo del suo corso misura 40 km (vicino a Samara). Il Volga attraversa tre ecosistemi terrestri: la foresta boreale, la foresta-steppa e la steppa. Più della metà della portata del Volga è alimentata dallo scioglimento della neve, un altro terzo dalle acque sotterranee e solo il 10% dalle piogge.Pensate che è il più grande fiume interno del mondo a non essere collegato all'oceano; sfocia infatti nel Mar Caspio, che si trova all'interno dell'Eurasia.

“Il fiume dei fiumi” Il nome “Volga” deriva dalla parola slava “vologa” che significa “umidità”. A proposito, esistono parole simili in altre lingue slave: in Polonia, per esempio, esiste il fiume Wilga. Tuttavia, i popoli di lingua turca che storicamente vivono sulla costa del Volga (ciuvasci, baschiri, tatari) usano una parola completamente diversa: “Itil” e i suoi derivati: “Atal”, “Idel”, “Izel”, “Edil”. Significa “il fiume dei fiumi”, o più semplicemente “il fiume”. Fino al X secolo, c’era anche una città che portava il nome di “Itil”: era la capitale del Khanato di Khazaria, nella regione del basso Volga (molto probabilmente, questa città si trovava a sud dell’attuale Astrakhan). La principale rotta commerciale per i russi che spesso chiamano il Volga “la madre”, poiché è il fiume principale per tutta la parte europea del paese. Fin dai tempi antichi, la rotta commerciale Volga-Baltico collegava non solo i territori slavi, ma consentiva anche agli scandinavi e ai Khazari l’interscambio di merci. Naturalmente, ciò ha reso le rive del Volga un luogo molto attraente per vivere: lì sono nate rapidamente varie città. Oggi nella regione del Volga si contano quattro città con più di un milione di abitanti (Samara, Nizhnij Novgorod, Kazan e Volgograd), oltre a grandi città con un passato “mercantile”: Saratov, Kineshma, Tver, Rybinsk e molte altre. I tragitti turistici sul Volga ovviamente comprendono la visita di queste città. L’evoluzione del corso d’acqua Il Volga è uno dei fiumi più antichi del Pianeta. Ha cominciato a formarsi cinque milioni di anni fa e da allora molte cose sono cambiate. Nella metà del XX secolo, gli scienziati sovietici giunsero alla conclusione che il Volga ha cambiato il suo corso durante i periodi di alternanza delle ere glaciali: nella parte centrale correva circa 80 km più a est, mentre la sua parte superiore si snodava 10-15 km a nord. Inoltre, il Volga ha cambiato significativamente la sua lunghezza quando sono stati costruiti lungo il suo corso dieci grandi serbatoi e otto grandi centrali idroelettriche. Come risultato, si è accorciato di circa 160 km.Il primo serbatoio è apparso nel XIX secolo, ma la costruzione principale ha avuto luogo nella seconda metà del XX secolo. In senso stretto, è possibile vedere il Volga nella sua forma “naturale” solo sopra Tver, altrimenti appare come un sistema di serbatoi e centrali idroelettriche. Una delle conseguenze dell'intervento umano è stata la quasi totale scomparsa dello storione nel sud. Tuttavia, i benefici delle centrali idroelettriche e la sicurezza per i residenti locali durante le inondazioni sono difficili da sopravvalutare.

Quale fiume si immette nell'altro?Vicino alla città di Sviyazhsk, in Tatarstan, c'è una spettacolare confluenza di due fiumi, il Volga e il Kama, che sembra un mare. I fiumi si incontrano sul monte Lobach, uno dei punti più alti del Volga (136 metri). Qui Ilja Repin dipinse il suo famoso quadro “I trasportatori di barche del Volga” (o “Burlaki”, trasportatori di barche). E questo è senza dubbio uno dei luoghi più belli del Volga. “Una distesa incredibile si apriva davanti a noi, un mare infinito e traboccante”, ha scritto la blogger Maria Mitrofanova nel 2020, condividendo le sue impressioni su questi luoghi. Il fiume Kama inizia a nord del territorio di Perm (negli Urali) ed è considerato il più grande affluente del Volga (1.805 km). Durante le lezioni di geografia, gli studenti russi imparano che il Kama sfocia nel Volga e poi il Volga si sposta ulteriormente verso il Mar Caspio. Ma, nella comunità scientifica, ci sono ancora numerose discussioni su quale fiume sia più importante: vengono avanzate varie argomentazioni, dall'età dei fiumi all'angolo di inclinazione del loro corso alla confluenza. Esistono infine alcune teorie a dir poco esotiche, secondo le quali il Volga sarebbe in realtà un affluente del piccolo fiume Urali Vishera, che sfocia nel Kama.


Fonte: https://it.rbth.com/



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