Ale Torrini
Foresta pluviale dell'Amazzonia, siamo sempre più vicini al punto di non ritorno...
E dentro alla foresta vado a perdere la mia mente e a trovare la mia anima... John Muir

La foresta pluviale amazzonica è in agonia: vicina al punto di non ritorno, rischia di trasformarsi in savana.
Le immagini satellitari raccolte negli ultimi anni mostrano l'indubbia sofferenza della foresta pluviale amazzonica.
Vaste aree stanno diventando sempre meno resilienti, causa cambiamenti climatici, incendi e disboscamento. Il rischio che l'Amazzonia si trasformi in savana è sempre più concreto. Le condizioni di salute della foresta amazzonica, il più grande polmone verde del mondo, non sono affatto delle migliori. È quanto emerso da uno studio condotto su immagini satellitari raccolte nell’arco di trent’anni, che dimostrano come la foresta pluviale fatichi a riprendersi in seguito a incendi, cambiamenti climatici e disboscamento. In altre parole, l’Amazzonia sta perdendo la sua capacità di conservarsi come foresta, un rischio che la porterebbe a modificare la sua naturale identità, trasformandola da enorme bacino in grado di catturare la CO2 in una fonte di gas che riscalda il pianeta. La foresta ne rilascia infatti più di quanto ne riesca ad assorbire. Un processo catastrofico che non avrebbe impatti solo sul Sudamerica, ma su tutto il mondo, e che una volta innescato diventerà irreversibile. Foresta amazzonica, lo studio: aridità sempre maggiore. L’indagine è a cura di tre ricercatori dell’Università di Exter (Regno Unito), pubblicata il 7 marzo sulla rivista Nature Climate Change. Il messaggio è inquietante già dal titolo: “Consistente perdita di resilienza dell’Amazzonia dagli anni 2000”. Tramite questo studio, che si basa su misurazioni satellitari, i ricercatori hanno scelto di analizzare la parte di foresta amazzonica che appare meno sofferente. Gli studiosi hanno così individuato i tempi di risposta agli eventi di breve termine, come i cambiamenti climatici, scoprendo invece che i tempi di reazione della foresta sono sempre più lunghi. Una perdita di resilienza aggravata dai fattori legati all’intervento dell’uomo, quali incendi e disboscamento, uniti alla siccità generale. La foresta si sta quindi indebolendo proprio nelle aree più a contatto con l’attività umana. Questo dà il via a un circolo vizioso dovuto all’abbattimento degli alberi, fondamentali invece per il ciclo dell’acqua, ma distrutti con incauta nonchalance per creare pascoli e piantagioni. Fatto che provoca una condizione di aridità sempre maggiore, che finisce per contagiare altri alberi, fino a compromettere inesorabilmente l’intero sistema. Le analisi raccolte mostrano la situazione in cui versa la foresta amazzonica. Un quinto è già andato perso rispetto ai livelli preindustriali, per cui il punto di non ritorno, ancora non individuato dagli scienziati, una volta innescato vedrà alcune aree o l’Amazzonia intera modificare la sua naturale identità e trasformarsi in un habitat simile a quello di una savana, soltanto in una manciata d’anni. Resiste tuttavia ancora una speranza, seppur flebile, perché il giro di boa non è stato ancora oltrepassato. Occorre però ridurre immediatamente la deforestazione, punto cruciale dell’intera faccenda, che consentirebbe di proteggere le parti di foresta minacciate direttamente e conservare così la preziosa resilienza del cosiddetto polmone verde del pianeta.
Fonte: https://www.thesocialpost.it/ Articolo 21/03/2022
Amazzonia, quello che non sappiamo sull’incredibile polmone verde del pianeta che va difeso.
L’organo pulsante che fa respirare il nostro pianeta è una distesa di verde e un ecosistema variegato da custodire. Conoscerlo vuol dire preservarlo!
Lo chiamano il polmone verde del mondo perché da sola l’Amazzonia provvede a regalarci il 20% dell’ossigeno totale, ma questa incredibile distesa di natura è molto più che un organo pulsante che fa bene alla Terra: è un mix di specie animali e un ecosistema che non ha pari in tutto il pianeta, un luogo di culture misteriose che si intrecciano con la sua storia millenaria. Gli incendi in Amazzonia che dall’11 agosto 2019 stanno colpendo alcune zone della foresta come Amazonas, Roraima, Acre e Rondônia in Brasile stanno distruggendo una porzione vastissima di verde.
- Quanto è grande l'Amazzonia? Enorme, impossibile da classificare: l'Amazzonia è la foresta pluviale più grande del mondo e la puoi considerare come un piccolo universo a se stante che, letteralmente, respira: tocca 9 stati del Sud America tra cui Perù e Colombia, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese e si estende per più di 6 milioni di chilometri quadrati. Il suo segmento più imponente si trova in Brasile: qui le sue dimensioni superano quelle dell’Europa Occidentale!
- Biodiversità in Amazzonia, quante specie esistono? Puoi provare a fare la conta delle specie che vivono in questa regione, ma è impossibile: la biodiversità dell'Amazzonia è un mistero che antropologi, biologi e scienziati sta ancora cercando di decifrare. Al momento si contano più di 1.200 specie di uccelli che volano nella foresta pluviale, 3 mila pesci e 3 milioni tra insetti e invertebrati. E il numero cresce a vista d’occhio, perché secondo un report del National Geographic vengono scoperte specie animali nuovi ogni due giorni: la varietà di animali e uccelli esotici che vivono nella foresta pluviale è talmente grande che si pensa possa essere quasi infinita. Tra il 2014 e il 2015 sono state scoperte più di 380 nuove specie tra piante, pesci, anfibi e mammiferi. Chissà quante sorprese ci riserva ancora questo angolo di mondo? Gli animali più strani del mondo vivono qui: dal delfino rosa passando all'Orso con gli occhiali (una delle specie più piccole del mondo!) alla spaventosa Tarantola Golia e alla Scimmia Ragno, sono tutte specie che non potresti avvistare da nessun altra parte perché hanno scelto come casa proprio l'Amazzonia.
- Quanti tipi di piante ci sono in Amazzonia? Anche se gli incendi stanno purtroppo riuscendo a distruggere le risorse del territorio l'Amazzonia conta più di 400 miliardi di alberi, ma la stima secondo il WWF è tragicamente destinata a scendere nei prossimi anni a causa della deforestazione illegale. Di tutte le piante scoperte nella foresta pluviale, il 75% lo troverai solo qui e in nessun altro luogo del mondo: oltre a regalare ossigeno al pianeta, la curiosità più bella sugli alberi dell'Amazzonia è che sono resilienti e autosufficienti. La loro stessa presenza provoca le piogge che gli servono per crescere e vivere: alcuni studiosi dell'Università della California in una ricerca pubblicata su ScienceMag nel 2017 hanno spiegato che il clima dell'Amazzonia è una specie di circuito che fa scattare la stagione delle piogge con mesi d'anticipo rispetto a quello "naturale", in cui è il vento a trasportare con sé l'umidità del mare che fa iniziare la stagione piovosa. Secondo questo studio sono proprio gli alberi amazzonici a provocare, grazie al vapore acqueo che nasce con la fotosintesi, la pioggia che gli serve per vivere: esiste un ecosistema più strabiliante di questo?
- Chi vive in Amazzonia e che lingua si parla? Gli Indios dell'Amazzonia sono le popolazioni sopravvissute alle avversità e alle conquiste dei popoli stranieri che ancora oggi vivono lungo i fiumi in palafitte. Si contano circa 400 tribù e di alcune di queste nessuno ha notizia, perché vivono da decenni lontani dalla società senza nessun contatto con il mondo esterno.
- Le tribù amazzoniche più famose sono quelle dei Tupi, dei Terena e dei Karajá ma il vero fascino di una terra come l'Amazzonia sta in ciò che non è stato ancora scoperto, nelle popolazioni o nelle piccole comunità che la popolano e che vivono nascoste agli occhi del mondo. Sapevi che 2016 una piccola tribù conosciuta come Indigeni dell’alto Humaíta è stata ripresa per puro caso durante un volo in elicottero di alcuni studiosi? Alla vista dell'aereo hanno risposto con arco e frecce, ma dagli studi su questa piccola comunità di 300 persone è emerso che sono a conoscenza del mondo circostante, solo non hanno nessuna intenzione di farne parte.
-Se c'è una cosa in cui l'Amazzonia è imbattibile è proprio la varietà, non solo di fauna e flora ma anche di lingue e cultura. Le tribù che la popolano parlano 330 lingue diverse e alcune di queste sono parlate da gruppi piccolissimi, composti anche solo da 500 persone! Se cerchi sulla cartina geografica un luogo nel mondo che presenta così tanti ceppi linguistici diversi non lo troverai: la lingua più diffusa tra le popolazioni amazzoniche è il Guajiro, che è parlata da circa 300 mila persone.
Fonte: https://www.cosmopolitan.com/