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  • Immagine del redattoreAle Torrini

Racconti brevi...

Volo 242...


…..............

“ Avanti Layla batti sempre la fiacca!!! Vuoi muoverti o no? Ancora devi fare un paio di vasche, Ne io ne Janik abbiamo tempo da perdere!

- No! Sono stufa! Me ne vado!

- Piantala per favore, ancora non hai finito...

- Ho finito eccome! Sei sordo? Per oggi chiudo qui, domani dipende dalla voglia che ho di tornare!

- Sei la solita testarda! Scappa! E' la sola cosa che riesci a fare bene! Scappa ancora su! “...

Ha ragione lui, lo so bene, ma la mia vita è diventata un inferno da qualche tempo, non mi riconosco neanche io a volte, ma non posso farci nulla. Spesso penso che era molto meglio se fossi morta. Sono passati quasi sei mesi da quel giorno e ancora sto tenendo dentro troppa rabbia, la sola cosa che mi aiuta ad andare avanti è proprio la pazienza e la vicinanza di Paul e di Janik il suo delfino, che mi stanno davvero aiutando... Ho rischiato di morire e ancora adesso me la prendo col mondo! Da allora sono bloccata su una sedia a rotelle, non ero pronta ad affrontare un problema del genere e soprattutto al doverlo affrontare per colpa di qualcuno che non ha rispettato le regole. Un viaggio premio per il mio quarantesimo compleanno si è trasformato in un incubo terribile. Quando si sentono al telegiornale notizie di incidenti aerei non si pensa mai alla gravità di una situazione del genere ne a come si reagirebbe dovendosi trovare li in mezzo. Non hai il tempo materiale di aver paura ne di pensare a cosa sarebbe opportuno fare, tutto succede in pochi secondi... Un motore che prende improvvisamente fuoco, un'improvvisa virata, e il nulla. Nel caso dell'incidente al volo 242 della compagnia aerea eDream per Il Cairo, pare, dopo accertamenti, sia stata una turbina del motore non controllata dal pilota prima della partenza... Ecco... Questa è una situazione paradossale, 240 vittime accertate e solo 24 sopravvissuti, di cui molti in condizioni peggiori delle mie, per colpa di qualcuno che non sa fare il proprio lavoro è una cosa che ti manda nei pazzi! Rischiare la vita così, per nulla, non è una cosa giusta, non lo è davvero... La sola cosa che riesco a ricordare di quegli attimi è la sensazione di pace che ho avuto quando il mio corpo ha toccato l'acqua dopo l'impatto. Stavamo sorvolando l'ultimo tratto di Mar Mediterraneo prima di entrare sul suolo egiziano, un forte rumore, un lampo improvviso, una brusca discesa e poi il vuoto assoluto. L'ultimo ricordo è il terrore che si leggeva sul volto delle persone che avevo accanto, poi dopo attimi che sembravano secoli, l'impatto col mare, violento, terrificante e l'inabissamento dell'aereo spezzato in almeno tre tronconi inermi. L'acqua salata che ti entra negli occhi, nelle narici, e tu che cerchi inutilmente di tornare a galla... Ho sempre avuto il terrore dell'acqua, eppure, a parere dei medici, è stata la mia sola salvezza. Ero incastrata fra un sedile e l'altro e non riuscivo a liberarmi, sentivo che stavo per morire quando qualcosa mi ha spinta verso l'alto, stavo perdendo i sensi, non riuscivo a vedere chi o cosa mi stava dando una mano a risalire. Era come se una parte del mio corpo non ci fosse più, non sentivo le gambe, sentivo solo che qualcosa mi aiutava a risalire per respirare, diversi metri di acqua mi separavano dall'aria e finalmente... I soccorsi sono stati immediati ma io da li a tre giorni dopo non ricordo nulla, avevo solo la sensazione di essere ancora immersa in quell'acqua che mi cullava... Il mio risveglio è stato a dir poco traumatico, ho dovuto in poche ore accettare il fatto di essere una miracolata, una dei pochi sopravvissuti ma... Anche che non sarei più riuscita a camminare... Il mondo si è oscurato di nuovo, meglio morta che cosi! Ma l'attaccamento alla vita in questi casi ti fa sopportare sofferenze che neanche immagini. Ho subito diverse operazioni per risistemare ossa e quant'altro era fuori posto. Ho dovuto parlare con psicologi e medici di ogni genere. Intanto il tempo passava, sono tornata in Italia dopo quasi quattro mesi di degenza in diversi ospedali ma c'era una domanda a cui nessuno sapeva darmi una spiegazione plausibile... Chi mi aveva aiutata a risalire dal fondo del mare? Era un sogno o un incubo che avevo ogni notte ma, quel misterioso essere era difficilmente identificabile. Era un mio compagno di sventura? E se si chi? Oppure cosa era ? Non riuscivo a capire, nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo a vedere chi o cosa mi aveva aiutata a sopravvivere a tutto questo. Adesso avevo problemi più grossi da affrontare e in quel periodo ho abbandonato l'idea di capire qualcosa di più su questa storia. Ora dovevo fare i conti con me stessa, con la mia voglia di tornare ad essere tutto quello che ero prima di questo incidente, ma senza le mie gambe... E' stato difficile, spesso addirittura umiliante. Un giorno un medico mi ha proposto lo spostamento in un centro di riabilitazione in Turchia per un periodo al Centro Delphyn Terapy nella baia di Marmaris e cosi ho iniziato questa nuova avventura. E' qui che ho conosciuto Paul , il mio tutor e Janik la creatura più stupenda che ci sia. E' con loro che sto lavorando da circa un mese per rinforzare i miei muscoli e imparare a gestire il mio stress, soprattutto emotivo. Non è stato e non è facile ed è anche tanto faticoso, e spesso, come oggi i miei nervi cedono e lasciano spazio al desiderio di mollare tutto. Adesso sono nello spogliatoio, e come faccio ogni giorno sto piangendo, oggi non trovo la forza per uscire da qui, per tornare in camera mia e non so come fare. Dovrei chiedere aiuto ma non riesco a fare neanche questo, mi sento svuotata, mi sento come se stessi morendo ancora una volta ... Sono immobile su questa sedia e non riesco a urlare, a chiamare nessuno, non so perché ora mi sento cosi ma è una terribile sensazione da cui non so se ne uscirò mai. Spero solo che qualcuno noti la mia assenza e venga a cercarmi perché da sola non ne verrò fuori stavolta... Ho chiuso gli occhi ed è come se fossi di nuovo scivolata in quel mare che mi ha cullata dopo l'incidente... Adesso lo vedo, com'è possibile? Adesso vedo chi mi ha aiutata a tornare a galla, chi mi ha salvato la vita... Non era una mano quella a cui mi sono aggrappata per risalire ma … una pinna... E' Janik... La sua macchia a forma di stella sul muso lo rende inconfondibile. Com'è possibile che lo avessi cancellato dalla mia mente? Com'è possibile che lui fosse li... Ecco perché era cosi felice quando mi ha vista per la prima volta qui al centro. Paul non si spiegava il perché del suo comportamento e adesso lo capisco...

Due braccia forti ora mi stanno stringendo...

“ Principessa che combini?

- Paul mi sento male, aiutami!

- Sono qui non ti preoccupare, non ti lascio”

... Sono di nuovo svenuta... In tutto questo tempo non faccio altro, spesso mi sento cosi impotente contro tutti gli eventi negativi che mi stanno succedendo da tempo, non so come reagire, non so se ho voglia di farlo, non so cosa voglio ne se sarò in grado di affrontare la mia vita da oggi in poi. Ma poi mi fermo a pensare a quelli che non ce l'hanno fatta, a quelli che stanno peggio di me, e vado avanti...

“Bentornata sulla terra!

- Paul ti devo raccontare una cosa”

......

“ E cosi adesso sai anche tu quello che non riuscivo a ricordare, ora voglio andare da Janik lo devo ancora ringraziare per quello che ha fatto con me

– Non hai bisogno di ringraziarlo, lui lo sa, lui sa il bene che gli vuoi e sa anche il perché, anche se tu non ne eri cosciente vi siete capiti dal primo momento, mi era sembrato cosi strano vedere in voi un'intesa cosi perfetta da subito e adesso capisco il perché. Janik è libero di scorrazzare quanto vuole in mare aperto, a volte è stato fuori per mesi ma tanto so che prima o poi rientra sempre alla base e cosi è stato infatti, ma la cosa più bella è stato il vostro incontrarvi, a volte il destino è bizzarro. Avresti mai pensato dopo tutto questo tempo di capitare in questo centro e aver ritrovato qualcuno a cui eri legata senza saperlo? Non credo vero? Eppure è successo, vedi? Adesso riposa, dopo pranzo ti porto da lui, va bene?

- Paul... Grazie! E scusami se a volte sono isterica

– Non hai niente da scusarti stellina, è solo che vorrei tu capissi che quando ti sprono a fare qualcosa anche se tu non vuoi, lo faccio solo per il tuo bene e perché ci tengo a te

– Lo so , so bene che è cosi e prometto che cercherò di migliorare

- Non devi migliorare, ma solo fidarti di più di me. Hai alzato un muro fra noi e vorrei che piano piano questo muro cadesse, piano piano,senza fretta, cerca di fidarti di me

- Lo farò, grazie”...

Non esiste giorno in cui non pensi alla tragedia che ha rovinato la mia vita ma adesso sono serena con Paul e Janik. Il tempo passa... Sono diventata istruttrice di nuoto e insegno ai bambini disabili, soprattutto a quelli che come me non hanno l'uso delle gambe. Il posto in cui viviamo è stupendo e la mia tragedia serve a dare fiducia a tutte quelle persone che l'hanno persa per svariati motivi... Ho superato le difficoltà grazie a due individui diversi ma umanamente simili, un uomo stupendo e un delfino meraviglioso.

E' a loro due che devo la mia vita...

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